Street Photography…..appunti sparsi#3 – Bruce Gilden: arrogante e sfrontato oppure amante dell’essere umano??

Se siete interessati alla Street Photography sicuramente vi sarete scontrati (o probabilmente vi scontrerete) con una delle sue principali difficoltà: uscire e scattare fotografie a gente che non si conosce. Così come vi scontrerete con il timore di avvicinarvi al soggetto da fotografare.

Una rapida ricerca in rete darà esito a numerosi siti/blog in cui si consiglia come “rendersi invisibili” tra le gente, si suggerisce l’utilizzo di obiettivi improbabili per fotografare le persone da lontano, si propongono strategie di approccio e chi più ne ha più ne metta.

Personalmente ritengo questi consigli (nessuno me ne voglia!!) la negazione della Street Photography….ma è solo il mio modesto e personale pensiero.

Mi viene in mente un grande fotografo di strada che si avvicina tanto ai suoi soggetti da fotografare: Bruce Gilden.

“Sono conosciuto per scattare foto molto da vicino, e più invecchio, più mi avvicino.” (Bruce Gilden)

© Bruce Gilden
© Bruce Gilden

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lui segue alla lettera quel che disse Robert Capa: “…se non è venuta bene, non eri abbastanza vicino.”

Gilden si avvicina ai passanti senza che si accorgano della sua presenza mentre sono immersi nei loro pensieri ed al momento più opportuno fotocamera e flash immortalano l’espressione dei loro volti.

Il modo in cui fotografa richiede molta precisione, allenamento e velocità per scattare al momento giusto, illuminando correttamente il soggetto con il flash.

© Bruce Gilden
© Bruce Gilden

 

A proposito del flash desidero aprire una breve parentesi.

E’ uno degli strumenti che maggiormente contraddistingue alcuni tra i più grandi fotografi contemporanei, una sorta di firma indelebile che viene posta nel fermare uno specifico momento.
 Oltre al citato Bruce Gilden, troviamo anche Mark Cohen, Anders Petersen, Martin Parr, Jacob Aue Sobol, sono solo alcuni dei fotografi che hanno mostrato cosa si può fare con il talento ed un flash.

Personalmente non lo utilizzo spesso ma non per questo lo “demonizzo”.

Per molti il flash è quel fastidioso plug-in, quell’attrezzo costoso per chi non sa scattare in luce ambiente e che i paparazzi usano per immortalare celebrità sui red carpet…

Invece, il flash è molto di più….non si usa solo per illuminare, ma si usa anche per contrastare, accentuare i neri e patinare gli incarnati, localizza l’attenzione, conferisce dinamismo, energia, potenza… e poi se vogliamo, conferisce un “gusto estetico” unico e intrigante…che ovviamente non a tutti può piacere.

Per doverosa informazione, “questo lampo di luce” usato oggi anche nel Reportage e nella Street Photography per molti vuole essere un elemento “innovativo e di rottura”, in verità è un’eredità della fotografia dei primi anni del 1900…..ricordate quei bulbi che dopo ogni scatto dovevano essere buttati??

Bene, quelli erano gli antenati dei flash usati oggi, solo che erano pieni di magnesio, ustionanti ed esplosivi! (Chiusa la breve parentesi…. 😉 )

Tornando a Gilden le sue fotografie in genere sono identificabili come Street Photography; molte di queste sono anche veri e propri ritratti fotografici, talvolta impietosi e grotteschi.

Nel suo modo di fotografare si avverte quasi la necessità di studiare l’essere umano, la sua condizione diventando fotografia personale e intima.

Le sue foto sono potenti e trasmettono un significato pur non essendo esteticamente belle.

© Bruce Gilden
© Bruce Gilden
© Bruce Gilden

 

 

 

 

 

© Bruce Gilden
© Bruce Gilden

 

 

 

 

 

Quindi, alla fine, secondo voi Bruce Gilden è arrogante e sfrontato oppure amante dell’essere umano?? A voi la scelta!!

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