Koimêtêrion: La città dei morti

Venite vivi a visitare i morti…prima che morte a visitar vi venga… (epitaffio su una tomba nel cimitero di Motta d’Affermo, Messina)

E’ un progetto fotografico iniziato nel 2014. Nasce dall’esigenza di esorcizzare la morte, mia grande paura di sempre, cresciuta in modo esponenziale dopo la scomparsa improvvisa di mio padre. Dalla sua morte non sono più andato a visitare la sua tomba. Non visitare i propri defunti significa farli morire anche nella nostra memoria. Questo distacco fisico e definitivo segna una frattura nella nostra vita che si cerca di rimarginare col dimenticare. Un taglio netto col passato, nessuna continuità…ma le nostre origini sono in tutto quello che cerchiamo di scordare. L’oblio non ci aiuterà a sanare questa rottura, anche se le tue “origini” sono state causa di sofferenza, è necessario ricordare il passato perché è la condizione per accettare la fine. Dimenticare le nostre origini significa navigare il fiume della nostra vita senza ricordi ed esperienze di chi quel fiume l’ha navigato prima di noi. Visitare i defunti, contemplare le dimore dove ora riposano, aiuta noi stessi ad accettare la morte e ci rende consapevoli che in questo mondo siamo di passaggio. Visitare i propri defunti può far nascere in te un pensiero: “Io ero prima di essere e esisterò anche quando non ci sarò”. Poter pensare che, quando non saremo più fisicamente presenti su questa terra, qualcuno sarà disposto a ricordarci, portandoci un fiore o semplicemente posando il suo sguardo sulla nostra tomba, può in qualche modo esorcizzare la morte. E’ un pensiero consolatorio ma pur sempre un rimedio che ci aiuta ad affrontare la nostra più grande paura. Ecco, come da una cosa triste, possa emergere una nuova consapevolezza…Vivi, non perdere più il tuo tempo, poiché l’illusione dell’immortalità dura poco! (Adriano Cascio)

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