Questo progetto fotografico nasce da una paura profonda: la morte.
Dopo la perdita improvvisa di mio padre, ho smesso di visitare la sua tomba, quasi a voler fuggire dall’idea stessa della fine. Ma dimenticare i defunti significa cancellarli anche dalla memoria.
Attraverso questi luoghi abbandonati e silenziosi, ho cercato di ricucire un legame, di ritrovare un dialogo con il passato.
I cimiteri raccontano storie, identità, radici. Ricordare chi ci ha preceduto è un modo per accettare la nostra transitorietà.
Queste immagini sono un invito a non voltare le spalle al passato, perché solo affrontando la morte possiamo imparare davvero a vivere.