Imperfect Shadows, trova il suo focus, la sua ragione narrativa proprio in que­sto: nei riflessi dell’anima dei soggetti colti in un attimo di profonda e a tratti inconsapevole verità. Lo sguar­do di Cascio buca le ombre e si fa luce che illumina un dettaglio: un viso, una mano, una silhouette, un movimen­to o un profilo. L’umana, consueta conosciuta, rassicurante quotidianità che s’ammanta di ombre, che si apre solo un momento alla luce , nella quale s’inerpica attento e sempre pieno di poetico rispetto lo sguardo del fotogra­fo, restituendoci intatto il mistero più nascosto e ontologicamente rilevante della vita: l’anima dell’umanità. 

Cascio si fa da osservatore neutrale un attento esploratore che restitu­sce insieme all’anima dei suoi soggetti, l’anima dello sguardo che li ha colti. Frammenti di vita catturano così lo sguardo del lettore , che è eco inconsapevole dello sguardo del fotografo: una sedia a rotelle in una piazza de­serta, l’eco di passi su un pavè sconnesso, rami contorti che incorniciamo il profilo di un volto scavato dal dolore. 

Ombre che riflettono altre ombre, non meno consistenti perché non intessute di luce ma di emozioni nascoste. 

Un racconto in bianco e nero eppure luminosissimo, in cui la vita si sustanzia di quello spleen che tanto era caro ai poeti romantici inglesi e che diventa filo conduttore delle scelte stilistiche di Cascio, inconsapevole forse erede di quella af­fascinante tradizione. 

Buon viaggio fuori e dentro le vostre ombre! (Sonia Pampuri)